viernes, 25 de julio de 2008

PARTIDO COMUNISTA DE VENEZUELA EN BUSQUEDA DEL MAXIMO DE UNIDAD POSIBLE EN CANDIDATURAS A ELECCIONES DE NOVIEMBRE

PARTIDO COMUNISTA DE VENEZUELA INSCRIBIRA
SUS CANDIDATOS A GOBERNACIONES, ALCALDIAS
Y CONSEJOS LEGISLATIVOS
EL OCHO DE AGOSTO EN EL CNE

PCV definirá sus candidaturas en el XXIV Pleno de su Comité Central

Se sigue trabajando en el seno de la Alianza Patriótica para lograr, en el máximo de lugares, la unidad total de las fuerzas revolucionarias.

Caracas, 25 jul. Tribuna Popular TP.- El Partido Comunista de Venezuela PCV definirá las candidaturas que restan por proclamar a las gobernaciones, municipios y consejos legislativos para las elecciones del 23 de noviembre, en el XXIV Pleno del Comité Central que se realizará los días 2 y 3 de agosto próximos.

Así lo informó a TP, Carlos Aquino, secretario nacional de organización, quien manifestó que se sigue trabajando en el seno de la Alianza Patriótica para lograr, en el máximo de lugares, la unidad total de las fuerzas revolucionarias.

Hasta la fecha, el PCV ha informado que ha presentado candidaturas a las gobernaciones de: Sucre, con Carlos Armiche Padrón; en Yaracuy con Eduardo Linarez y Henry Parra en el Estado Táchira, los tres son militantes comunistas y miembros del Comité Central del Partido Comunista de Venezuela.-

Asimismo, está apoyando las candidaturas de revolucionarios independientes en el Estado Delta Amacuro con Amador Heredia y en el Estado Trujillo con Octaviano Mejías, quienes han cumplido con los perfiles que el PCV definió para el apoyo de candidatos.

De los candidatos del PSUV, el Partido Comunista ha resuelto su apoyo a: Stella Lugo de Montilla en Falcón; Adán Chávez en Barinas, Mario Silva en Carabobo, Rafael Isea en Aragua; Gian Carlos Di Martino en Zulia, Wiliam Lara en Guárico y Aristóbulo Iztúriz en la Alcaldía Mayor Distrito Capital.

Aún queda por definir los candidatos a las gobernaciones de los Estados de: Anzoátegui, Amazona, Apure, Bolívar, Cojedes, Lara, Mérida, Miranda, Monagas, Nueva Esparta, Portuguesa y Vargas, tarea que tendrá el XXIV Pleno del Comité Central.

De esta misma forma, se está definiendo los candidatos a los municipios del país, estando ya establecido las candidaturas de los actuales ediles: en el Municipio Piar del Estado Bolívar con el Alcalde Francisco Contreras; en municipio Candelaria con el Alcalde Yerson Rodríguez y La Ceiba con el Alcalde Nordy Perozo, ambos del Estado Trujillo. Junto a ellos, en el municipio La Victoria del Estado Aragua con Carlos Ojeda.

También se informó que el próximo 8 de Agosto, el Partido Comunista de Venezuela realizará la inscripción oficial de sus candidatos y de los candidatos de la Alianza a quienes apoye en el Consejo Nacional Electoral CNE.

NON SIAMO UNA TENDENZA

"Non siamo una tendenza culturale e Rifondazione non si scioglie"

Che i comunisti diventino una tendenza culturale dentro la Sinistra Arcobaleno è una delle tante idee che sta esprimendo Bertinotti in questa campagna elettorale.

Di: Claudio Grassi

Peccato che non se ne sia mai discusso da nessuna parte, per lo meno in Rifondazione comunista.

Anzi, abbiamo sempre sostenuto – tutti – che la costruzione del soggetto unitario e plurale a sinistra va di pari passo con il mantenimento e il rafforzamento di Rifondazione comunista.

Questa resta la posizione della grande maggioranza degli iscritti di Rifondazione, che non hanno nessuna intenzione di sciogliersi in un contenitore genericamente di sinistra.

In ogni caso, subito dopo le elezioni, si dovrà tenere il congresso e quella sarà la sede per discutere del futuro del Prc.

L'area Essere comunisti si batterà contro qualsiasi ipotesi di scioglimento di Rifondazione.

Fuente: Bellaciao. Org.it/ PrensaPopular-Comunistas Miranda
http://prensapopular-comunistasmiranda.blogspot.com
Correo: pcvmirandasrp@gmail.com

"BERTINOTTI, COMUNISMO SARÀ SOLO UNA TENDENZA IN PARTITO"

"(ANSA)

" Quella comunista in futuro sarà soltanto ''una tendenza culturale'' all'interno della Sinistra arcobaleno. Lo ribadisce il presidente della Camera Fausto Bertinotti spiegando di immaginare ''un soggetto unico, democratico e partecipato, fondato come un'organizzazione politica unitaria con le sue regole, una sua democrazia, un suo gruppo dirigente''.

''Questa Sinistra arcobaleno - sostiene, intervenendo nella videochat di 'la Stampa' - dovrà essere innovativa anche nelle forme, abbandonando leaderismo e personalizzazione, secondo un principio di collegialità.

In ogni caso, spezzando la logica verticistica del leader e dando luogo a una costruzione della partecipazione, oppure non vive.

Vivrà la tendenza comunista, quella ecologista, quella femminista; fintanto che non si costruiranno nuove tendenze.

Fuente: ANSA/ Prensa Popular Comunistas Miranda
http://prensapopular-comunistasmiranda.blogspot.com
Correo: pcvmirandasrp@gmail.com

Ma ripeto, tendenze culturali e un solo soggetto politico, unitario e plurale''. Di : giordano

COSA SIGNIFICA UN PARTITO COMUNISTA NELL" ITALIA DI OGGI?

Cosa significa un partito comunista nell'Italia di oggi ?
Por: Leonardo Masella


Necessità di una discussione e di una elaborazione teorico-politica.

La discussione sul simbolo con il quale le quattro forze di sinistra si presentano alle elezioni politiche del 13 e 14 aprile non è stata solo una discussione simbolica o nominalistica. La volontà a tutti i costi di Bertinotti e Mussi di non mettere nel simbolo comune nessun riferimento al simbolo comunista non aveva alcuna motivazione elettorale. Anzi, come è facile capire, un riferimento alla falce e martello avrebbe aiutato a guadagnare voti alla coalizione dei quattro partiti di sinistra, in una situazione, peraltro, di grande difficoltà per la sinistra dopo la deludente partecipazione al governo Prodi.

La maggioranza della segreteria del Prc e la Sd di Mussi hanno deciso di evitare di presentare i quattro simboli uniti, anche rischiando di perdere voti, solo per un motivo politico ed ideologico: fare dell'appuntamento elettorale il primo passaggio per la costruzione di un nuovo partito della sinistra non più comunista. Poiché la storia non si ripete mai nelle stesse modalità, siamo dunque di fronte ad una seconda Bolognina con modalità diverse, dopo quella fallita di Achille Occhetto.

Dopo le elezioni, anche sulla base della verifica del risultato elettorale, sarà necessario innanzitutto costruire il più ampio schieramento unitario nel Prc di tutte le aree che si oppongono alla liquidazione del partito e del comunismo, per salvare la parte più rilevante possibile del grande patrimonio di militanza, di esperienze, di lotte, di culture politiche alternative, del Prc, al fine di avviare successivamente – senza forzature, fughe in avanti e accelerazioni elitarie – un processo di ricostruzione, assieme a tutte le forze politiche e sociali disponibili anche all'esterno del Prc, di una forza comunista con basi di massa in Italia, che era l'obbiettivo strategico per il quale è sorto il Movimento della Rifondazione Comunista contro la Bolognina di Occhetto.

In tal senso l'area dell'Ernesto, l'area di Essere Comunisti e le altre aree critiche che sono sorte anche all'interno della maggioranza del congresso di Venezia e che potranno ancora sorgere dopo le elezioni, devono unirsi, pur nel rispetto delle differenze culturali e politiche che possono essere una ricchezza, per accrescere i consensi nella base del partito per respingere il superamento del Prc e per rilanciare il partito e la sua natura comunista, di classe e anticapitalista.

Diversamente da un confronto fra 5 o 6 mozioni, che allontanerebbero ulteriormente gli iscritti e i militanti dal dibattito congressuale, bisognerebbe lavorare a due mozioni congressuali alternative, una che propone apertamente il superamento del Prc all'interno di un nuovo partito della Sinistra Arcobaleno, e l'altra la difesa del Prc e della sua piena autonomia, il rilancio del suo carattere comunista, di classe ed anticapitalista, e una diversa unità delle sinistre. Questo è il modo migliore per suscitare un po' di partecipazione e di entusiasmo per gli iscritti demoralizzati e scoraggiati.

Tuttavia se siamo di fronte, dopo 17 anni, ad una seconda Bolognina, ciò significa che siamo obbiettivamente di fronte ad nuova sconfitta dei comunisti nel nostro Paese. Perché è accaduto ? Quali sono i motivi di fondo che sono stati alla base della vittoria delle forze riformiste di sinistra nel Prc? Su questo, tutte le forze che vogliono contribuire a ricostruire un partito comunista con basi di massa, di nome e di fatto, dovrebbero avviare una riflessione collettiva per evitare di ripetere gli errori che ci hanno portato nuovamente alla sconfitta.

In particolare, per chi non mette in discussione "se" costruire un partito comunista con basi di massa, si pone la necessità di una discussione e di una elaborazione strategica su "come" deve essere un partito comunista qui ed oggi, nell'Italia del 2008, per evitare che "partito comunista" sia solo un nome ed un simbolo elettorale, e che poi diventi – lo dico con tutto il rispetto e senza alcun riferimento specifico ad esperienze concrete – un gruppetto testimoniale e residuale (cioè un altro tipo di liquidazione), e per rendere invece quel nome e quel simbolo attrattivi per una parte non marginale della società italiana, e in particolare delle giovani generazioni, perché ciò significa avere non solo un passato ma anche un futuro.

Quando penso ad una elaborazione strategica all'altezza dei tempi penso pertanto alla capacità di affrontare, teoricamente e politicamente, alcune tematiche dei nostri tempi e della nostra società, perché è qui ed è su queste tematiche che noi comunisti siamo stati sconfitti dai riformisti di sinistra. Abbiamo tenuto alcuni aspetti simbolici, storici e internazionali dell'identità comunista, ma abbiamo lasciato al bertinottismo, cioè al riformismo socialista di sinistra, la lotta anticapitalistica qui ed ora, la lotta contro il capitalismo nelle contraddizioni che il capitalismo genera in una società come la nostra in tutti i campi, lotta che è e dovrebbe essere la causa fondante dell'esistenza di un partito comunista.

Questa è, secondo me, la causa principale della nostra seconda sconfitta dopo quella sancita simbolicamente dalla Bolognina. Se abbiamo forti radici nessuno ci può cancellare. Tuttavia noi abbiamo forti radici nella storia, ma debolissime radici nella società italiana. Per questo siamo di nuovo a rischio di cancellazione.

Non c'è movimento rivoluzionario senza teoria rivoluzionaria, diceva Lenin giustamente. Ma qual è la teoria rivoluzionaria di cui abbiamo bisogno per costruire il movimento rivoluzionario nei nostri paesi del capitalismo industrializzato e imperialistico?

E bisogna ricordare che Lenin affermava anche la necessità di fare sempre una analisi concreta di ogni situazione concreta. Sono sicuro che nessun comunista rivoluzionario si scandalizzi se affermo, nel ricordare il 90° della Rivoluzione d'Ottobre, che la cosa più difficile è applicare quei principi generali alle diverse realtà concrete (cosa che è forse alla base del mai ben discusso crollo dell'Urss), dopo i profondissimi cambiamenti che vi sono stati nel mondo e nelle singole società in un secolo di storia, e che la realtà di un paese come il nostro, oggi, non è nemmeno lontanamente paragonabile alla Russia degli zar del '17.

Ci sarebbe bisogno dunque di un grande e impegnativo lavoro di analisi teorica di aggiornamento delle concezioni generali del marxismo alle condizioni del mondo di oggi e in particolare di un paese come il nostro. Sento l'esigenza, in particolare, di approfondire l'analisi sui seguenti 11 punti, anche per formare alla lotta di classe ed anticapitalistica i nuovi quadri dirigenti e militanti comunisti nella situazione concreta italiana e per ripiantare forti radici nella nostra società, al fine di far fallire per sempre (o almeno per il periodo più lungo possibile) ogni ulteriore tentativo di liquidare un pensiero ed una prassi comunista.

1) Una analisi marxista del capitalismo italiano (nel contesto di una analisi della crisi del capitalismo mondiale, della nuova recessione, crisi finanziaria americana, contraddizioni economiche fra il capitalismo Usa e quello europeo); com'è cambiato il capitalismo italiano, quanta parte è produzione, quant'è speculazione finanziaria, quant'è terziario, quanto è capitale italiano, quanto è capitale straniero, quali sono i gruppi dominanti. E' ancora valida la teoria marxiana del valore? La finalità strategica dei comunisti non è l'abolizione dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo, su cui si fonda il sistema capitalista?

2) Una analisi marxista del mondo del lavoro italiano; com'è cambiato il lavoro e la composizione di classe, e quali tendenze in atto, quanti e quali lavoratori dell'industria, quanti nel terziario, nel grande commercio, quanta precarietà, quanta e dove manodopora immigrata ?

3) Una analisi marxista della mercificazione di tutti gli aspetti della vita umana, caratteristica che ha assunto oggi il capitalismo liberista in Europa e in Italia dopo le controrivoluzioni "di velluto" nell'Est europeo dell'89.

4) Una analisi marxista del fenomeno dell'immigrazione e delle sue conseguenze, sociali, politiche e culturali, in termini di effetto concreto, qui ed ora, dell'imperialismo, di sfruttamento del lavoro, di analisi dei cambiamenti della società e della cultura italiana (multiculturalismo, razzismo, xenofobia, tendenze securitarie e autoritarie, ecc.). L'immigrazione dal sud e dall'est del mondo è l'anello di congiunzione fra imperialismo e capitalismo, l'imperialismo che produce povertà e immigrazione e il capitalismo che sfrutta l'immigrazione, parte del nuovo proletariato occidentale.
5) Il punto di vista marxista e comunista sulla neo-invasività religiosa (cattolica se parliamo dell'Italia) nella mentalità e cultura del nostro popolo, ben evidente nella invadenza nei diritti civili e culturalmente nei rigurgiti dei fenomeni di maschilismo; i legami della lotta di liberazione dal capitalismo e quella dal patriarcato.

6) Una analisi marxista delle connessioni fra i fenomeni di devastazione dell'ambiente e della natura e il modo di produzione capitalistico, quali alternative ?

7) Una analisi marxista della "democrazia" italiana oggi, quali involuzioni/evoluzioni del quadro istituzionale, verso il bipolarismo maggioritario o il neocentrismo neo-proporzionale? La Costituzione, partecipazione, vera libertà, democrazia economica e sociale.

8) Il punto di vista marxista e comunista sull'Unione europea, in particolare delle sue tendenze economico-sociali, anche per favorire le forme di coordinamento delle lotte di classe ed anticapitalistiche contro le politiche liberiste della Ue.

9) Una riflessione approfondita su quale organizzazione comunista è necessaria e possibile ricostruire oggi in Italia (partito di massa, partito di quadri, partito di militanti, altro?); un partito dei circoli territoriali e/o un partito organizzato nei luoghi del conflitto sociale (che non sono più solo i classici luoghi di lavoro)? quale partito rivoluzionario in una situazione non rivoluzionaria? quale democrazia interna? correnti, frazioni o centralismo democratico?

10) Una riflessione ed una discussione sulla questione sindacale nella situazione politica e sociale di oggi, per favorire un processo di unità della sinistra sindacale.

11) Una analisi marxista del mondo di oggi, imperialismo ed antimperialismo, lotta contro la guerra permanente e per il disarmo, armi nucleari e di distruzione di massa; Asia, Africa, America Latina. E' possibile una rifondazione di un movimento comunista e rivoluzionario mondiale ?

Vi sono molte variabili ancora in campo. Ci sarà da vedere come andranno le elezioni, ci sarà da vedere come di conseguenza andrà il congresso di Rifondazione Comunista, cosa faranno e proporranno gli altri comunisti all'interno del Prc, cosa faranno e proporranno i comunisti fuori da Rifondazione, tuttavia qualunque auspicabile processo unitario delle forze comuniste potrà avere più o meno successo se faremo tutti insieme dei passi in avanti nella elaborazione teorico-politica sulle problematiche suddette, perché significa ricostruire ciò di cui più siamo carenti, cioè le radici sociali che ci consentono l'esistenza, una esistenza non minoritaria-marginale o folcloristico-residuale.

Pertanto credo che sia utile, a prescindere, e dovunque i comunisti e i rivoluzionari oggi militano, avviare da subito il dibattito e l'approfondimento.

Fuente: Bellaciao.Org en Italiano/ Prensa Popular Comunistas Miranda
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Correo: pcvmirandasrp@gmail.com

BERTINOTTI E LE SCELTE IRREVERSIBILI

Por: Ramon Mantovani

Liberazione di domenica scorsa ha pubblicato un lungo forum tra la redazione del quotidiano e Fausto Bertinotti.

Si tratta di un testo denso di posizioni, analisi e proposte, molto interessante, sia per l'esplicitazione di tesi già note ma mai presentate in forma così netta, sia per i silenzi più o meno consapevoli che contiene.

Non pretendo, con queste note, di affrontare tutti i temi proposti da Bertinotti, ma solo iniziare a discutere di alcune questioni, secondo me significative. Ovviamente concentrandomi su quelle cose che non condivido o condivido di meno.

Per comodità di esposizione indicherò, a puntate, parole e concetti che, seppur ricorrenti in diverse parti del testo, costituiscono la spina dorsale del discorso di Bertinotti, e su queste svilupperò le mie modeste riflessioni.

Cominciamo con "irreversibilità".

Bertinotti apre e chiude, il suo lungo ragionamento, con il concetto di irreversibilità del processo unitario della Sinistra e l'Arcobaleno.

A mio modesto avviso questa insistenza contiene contemporaneamente una debolezza intrinseca del progetto e una potente arroganza intellettuale, che del resto è propria dei progetti deboli.

Come è noto si fonda sulla suggestione secondo la quale la sinistra sarebbe sull'orlo della sparizione e costretta ad un processo unitario senza alternative.

Non c'è alcun elemento analitico, né nel testo preso in esame né nelle precedenti elaborazioni, che dimostri la tesi dell'ultima spiaggia sulla quale si troverebbe la sinistra. A meno che non si esamini solo l'aspetto elettorale. Ed anche da questo punto di vista in Europa esistono molti esempi che dimostrano che le cose non stanno così.

Si può, ovviamente, attribuire un grado di importanza diverso all'elemento elettorale e all'efficacia della rappresentanza nelle istituzioni parlamentari, ma non fino al punto di considerare questa questione come dirimente per la vita della sinistra.

Se, come abbiamo detto per anni, il baricentro dell'attività politica doveva essere la società, se il movimento mondiale altermondista e i movimenti sociali dovevano essere il luogo della collocazione politica della sinistra e di rifondazione in particolare, se bisognava considerare come elementi secondari le istituzioni e lo stesso governo, la suggestione del pericolo di vita per la sinistra appare come una svolta enorme. Per il semplice motivo che i movimenti non stanno affatto male e che è l'esperienza di governo (non solo in astratto ma nel concreto della pratica del governo Prodi, come vedremo meglio più avanti) ad aver messo in crisi Rifondazione e più in generale la sinistra.

Se esiste questa crisi, ed esiste, non si deve ad una maledizione, ad un accidente, ma a precise scelte che andrebbero indagate autocriticamente invece che ignorate o relegate nel mondo delle scelte obbligate che non si potevano non fare. La svolta consiste proprio nel rimettere al centro la questione istituzionale ed elettorale, nel fuggire dai problemi reali e nel formulare una proposta tanto suggestiva quanto vaga e vuota di contenuti.

La nuova sinistra (il concetto di nuova sinistra è per altro vecchio come il mondo) non può nascere, date le premesse, che da un gesto volontaristico di gruppi dirigenti illuminati che lo impongono ai propri diretti, per loro natura arretrati, identitari, recalcitranti e primitivi, facendo appello ad un popolo di "non iscritti" e di "sinistra diffusa" di occhettiana memoria. Un gruppo di illuminati dirigenti, che ha capito tutto e che assume su di se la responsabilità di scelte irreversibili è il massimo dell'arroganza.

E' come se Bertinotti e i suoi seguaci dicessero: basta, questo partito non va bene, ha troppi difetti, è troppo limitato. Ora ce ne vuole uno alla nostra altezza. Noi costruiamo, con scelte e gesti irreversibili, il luogo nel quale tutti saranno obbligati a confrontarsi. Chi non è d'accordo non capisce, è arretrato, è identitario, è zavorra. Non può essere portatore di una proposta diversa, giacché siamo sull'ultima spiaggia e non c'è alternativa.

Da quando c'è consapevolezza della portata della globalizzazione e dell'importanza del movimento mondiale che vi si oppone, c'è stata un'elaborazione e una pratica di Rifondazione che non ha trovato smentite. Non ci siamo sentiti all'ultima spiaggia, quando nel 99, abbiamo avuto poco più del 4% dei voti, né quando nel 2001 abbiamo eletto 11 deputati (anche a causa delle liste civetta degli attuali partner della Sinistra Arcobaleno). Da allora i movimenti sono cresciuti o no? E noi siamo stati dentro o fuori? La vera svolta innovatrice di Rifondazione è stata la rottura con il governo Prodi e la scelta di collocarsi nella società e nei movimenti.

Anch'io, come Bertinotti, penso che sia stato giusto "tentare" la coalizione e il governo per provare a invertire la tendenza degli ultimi venti anni di liberismo e di guerra. Ma non è vero che l'innovazione arriva con il congresso di Venezia, come rivendicato da Bertinotti. Anzi, sebbene nei testi il tema del governo fosse posto correttamente, già a Venezia si assiste, nella maggioranza del partito, alla rivincita di quelli che parlavano sempre di movimento ma che nei corridoi, ridendo, dicevano: è finita la ricreazione si torna a far politica!

O di quelli che esplicitamente citavano la non violenza come rottura con una parte del movimento, in sintonia con il coro proveniente dai salotti buoni che salutava la svolta di Bertinotti come la rottura con l'estremismo e il massimalismo della fase precedente. O di quelli, ancora, che scientemente facevano finta di lottare contro lo stalinismo per rimuovere, invece, ogni dissenso, senza mettere in discussione le forme moderne dello stalinismo a cominciare dal soffocante leaderismo che ha sempre contraddistinto la direzione di Bertinotti.

Io continuo a pensare che il progetto della Sinistra Europea, dell'unità di soggettività politiche e sociali interne al movimento e con un unico referente internazionale, nella quale le identità culturali non erano negate, ma anzi rilanciate in un'effettiva contaminazione reciproca, fosse la strada maestra per superare i limiti del partito politico del 900 e per mettere in campo la forza necessaria a continuare la battaglia contro il capitalismo contemporaneo.

Praticamente, pochi mesi di questa sperimentazione devono aver convinto Bertinotti ed altri che non avrebbe prodotto la "massa critica" sufficiente. Così in un battibaleno si è rovesciato tutto. Dai contenuti fondanti l'unità si è passati all'unità senza contenuti per fare subito un partito del 15%. Immersi nella disastrosa esperienza di governo si è promossa l'unità fra forze che hanno esplicitamente il governo come orizzonte della propria esistenza, che si sono sempre orgogliosamente dichiarate altra cosa dai movimenti, considerati spesso estremistici e impolitici, e che, per questo, per anni hanno insultato e attaccato senza tregua Rifondazione.

Non so quale sarà il risultato elettorale della Sinistra Arcobaleno, ma so con precisione che se sarà negativo si dirà che ci si è salvati grazie alle scelte irreversibili, e se sarà positivo si dirà che è un premio per le scelte irreversibili.

Un imbroglio colossale!

Rifondazione ha camminato per anni in solitudine nel quadro politico e dentro tutti i movimenti. L'esistenza di Rifondazione Comunista non è incompatibile con nessun progetto di unità, sempre che l'unità sia coerente con il nostro cammino e non sia, invece, considerata come un impedimento per l'unità stessa. Del resto, a parte l'evanescente Sinistra Democratica, non sembra che i Verdi o il PdCI abbiano molta voglia di sparire. Anzi, altri gesti irreversibili finirebbero solo con il mettere fine a Rifondazione Comunista in favore di una forza di ispirazione socialista e con una crescita del PdCI.

Alla faccia delle meravigliose sorti dell'unità!
Perciò non ci deve essere alcuna scelta irreversibile!

Spetta solo agli iscritti al PRC decidere del proprio futuro senza che nessuno li scippi del diritto di votare su proposte chiare al congresso.

La formula "soggetto unitario e plurale", dietro alla quale si è celato un accordo oligarchico di vertice fra opzioni completamente diverse, deve essere messa da parte in favore della chiarezza.
Chi vuole andare oltre Rifondazione, chi vuole abbandonare il comunismo, non può pensare di continuare ad imbrogliare le carte praticando scelte irreversibili senza sottoporle al vaglio democratico.

Per quel che vale la mia opinione penso che il congresso li smentirà e li batterà.
continua….


Fuente: Liberazioni/ Bellaciao.Org/ Prensa Popular Comunistas Miranda
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LA CONCEPCION REVOLUCIONARIA TRIUNFARÁ EN RIFONDAZIONE COMUNISTA DE ITALIA CONTRA BERTINOTTI Y SUS REFORMISTAS OPORTUNISTAS Y LIQUIDACIONISTAS

Por. Ferrebé

Bastante se ha comentado la situación en el seno de la Rifondazione Comunista, el Partido que en Italia aparece mediante la separación de un grupo de exmiembros del Partido Comunista Italiano, quienes cuando la dirección del PCI decidió su "transformación" en el Partido Democrático, el Partido del Cedro, decidieron continuar con una organización que reivindica el carácter de comunista, y tratan en cuanto dijeron entonces, de mantenerse en el campo revolucionario, y no abrazar las corrientes oportunistas, reformistas y liquidacionistas que se apartan de la vía del Partido Comunista Italiano.


Sinembargo, desde entonces es mucha el agua que ha pasado debajo de los puentes. Y ahora, es una gran parte de la dirección de la original Rifondazione la que de masnera muy clara y expedita, están planteando tomar la misma vía que antes se dio con el grupo original liquidador del PCI.


En declaraciones recientes Fausto Bertinotti, englobado en el Frente del llamado Arcobaleno, da unas declaraciones muy claras, donde no deja ninguna duda de cuales son las intenciones de la mayoría de la dirección de Rifondazione--que por otros síntomas y movimientos en ese Partido--se reconoce que no son aceptadas por la mayoría de cuadros medios, la base, y parte de la Dirección Nacional, de acabar definitivasmente con la tendencia y vinculación revolucionaria comunista de Rifondazione, y pasar abiertamente al compo reformista, igual que sus antecesores que formaron el PDI.


La idea ahora, de Beertinotti, es la de acabar con la independencia de la Rifondazione, con su carácter de fuerza que actúa con una visión revolucionaria, para convertirla en sólo una "tendencia", sin autonomía política ni menos organizativa, incluída en una fuerza informe, de la "izquierda" reformista.

Su idea y la de su grupo se dirige a estructurarse en una organización informe, no ligada específicamente a la clase obrera, al proletariado, a los trabajadores, sino de una tal "suma amplitud" que daría fin a la identidad comunista del Partido, y donde los comunistas renunciarían a su propia acción orgánica específica, para convertirse en una tendencia "cultural" dentro de una organización más amplia que, entre otras cosas, como elemento importante, no se reflejaría con posición clara en relación a la lucha de clases como motor de las luchas sociales en general y del desarrollo de la historia, del avance de la humanidad.

Con estas posición Bertinotti y su grupo buscan terminar con la gloriosa historia del comunismo en Italia, con su ilusoria idea del lanzamiento de un Partido u opción de "una izquierda muy amplia" pero reformista, no revolucionario.. Sinembargo, es muy poco seguro su éxito.


En Italia--como en todo el mundo-- vienen creciendo los problemas y dificultades relacionados con aumento de desempleo, de empobrecimiento general de la población, de la precarización del trabajo, de la desmejora de los servicios educativos y de salud, de los problemas de la inmigración, de la participación en las guerras imperialistas en Irak y Afganistán, en general de toda la estructura social.


Esto ha hecho que se fortalezcan las opciones revolucionarias, de otros grupos que reivindican la trayectoria y necesidad de un movimiento comunista italiano basado en su amplia trayectoria revolucionaria, en el marxismo leninismo, en la lucha de clases. Y no sólo en los grupos exterioresd, sino en el seno de loa propia Rifondazxione, donde por todos los pronunciamientos desde las bases de ese Partido, en capas cada vez más grandes de dirigentes intermedios, regionales e incluso nacionales, hay una oposición firme y radical a esa tendencia reformista, oportuniosta, liquidacionista, y se lucha por mantener y profundizar el carácter revolucionario de la Rifondazione.


Al lado de esto se está produciendo también una reprofundización de la conciencia de clase del proletariado italiano, su incorporación a las luchass por los problemas del día a día reivindicativo, pero viendo más allá de lo inmediato. Hay corrientes que comienzan a reforzar, y profundizar las luchas con otras consignas que tienen que ver con la reorganización social, pero donde el socialismo comienza a tomar fuerza y a recuperarse de todo el barraje de reformismo que cundió en los sectores revolucionarios y la sociedad italiana con el abandono del campo revoilucionario por parte de las capas de dirigentes y muchos militantes que cayeron en la trampa de liquidar al PCI.

En conclusión, podemos decir que está muy cuesta arriba para Bertinotti lograr el triunfo dentro de la Rifondazione Comunista para su concepción reformista, liquidacionista, oportunista. Las concepciones consecuentes que manifiestan la necesidad de mantener una opción revolucionaria, de reconstrucción del movimiento revolucionario, de no abjurar del marxismo, crecen con la suficiente fuerza para garantizar la continuación de Refundazione en una posición revolucionaria y de legítima izquierda anticapitalista.

Fuente: PrensaPopularSolidaria_ComunistasMiranda

http://prensapopular-comunistasmiranda.blogspot.com/

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ORGANIZACIÓN COMUNISTAS MIRANDA CENTRO INVITA A MILITANCIA Y AMIGOS A LOS ACTOS DEL 80 ANIVERSARIO

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La Organización Intermunicipal Miranda Centro del Partido Comunista de Venezuela invita a nuestra militancia, afiliados, amigos y simpatizantes a los Actos de Celebración del 80 Aniversario de nuestro Glorioso Partido Comunista de Venezuela, a realizarse según datos ubicados en la Gráfica. Los esperamos para nuestra celebración, con espíritu y combatividad comunista, revolucionario y patriótico!!! Asiste!!

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