Di: Franco Astengo
Com’era facilmente prevedibile i primi passi del governo di Atene sono
stati compiuti in direzione dell’apertura di una difficile, complessa,
trattativa sulla questione del debito: una trattativa, in pratica,
“triangolare” con le istituzioni comunitarie e la Germania. A dimostrazione, se mai ce ne fosse stato bisogno, della natura “vera”
della costruzione europea.
Tsipras e Varoufakis stanno portando in giro per le varie cancellerie la
miseria del loro martoriato Paese, ma nel frattempo non è che sulle
tavole delle famiglie greche siano tornati i piatti di portata o negli
ospedali ellenici sia ricomparse le medicine.
Anche in questo caso non c’era nulla da scoprire nel merito della
ferocia nella gestione del ciclo capitalistico da parte dei grandi
potentati economico- finanziari.
L’interrogativo, però, è questo: dove sta la sinistra europea,
socialista, comunista, ecologista, in questa battaglia?
Cosa stanno facendo gli allegri gitanti della “brigata Kalimera” tutti
dotati di buoni stipendi o pensioni parlamentari, andati in Grecia a
sventolare la bandiera della vittoria e a imparare come si fa il
“partito sociale”?
Quale convocazione d’urgenza sul caso greco è stata chiesta, al
Parlamento Europeo, dal GUE o dal PSE?
Su quali impegnativi documenti sta lavorando il Parlamento Italiano per
iniziativa di SeL e della Sinistra PD (individualisti miracolati dalla
nomina attraverso il premio di maggioranza)allo scopo di appoggiare
l’iniziativa greca e costringere il governo italiano a un atteggiamento
concreto in questa vicenda?
Quale mobilitazione dei lavoratori sta mettendo in piedi la terribile
FIOM, ultimo avamposto del sindacato di classe ed anche le forze del
sindacalismo di base che si erano cimentate nel “Controsemestre”?
Quali piazze sta riempendo Podemos in Spagna?
E’ prevista una manifestazione unitaria di tutta la sinistra europea nel
luogo simbolo della libertà del continente: Place de la Republique a
Parigi?
Cosa fanno Izquerda, Union de la Gauche, Linke? E la grande
socialdemocrazia tedesca sempre ferma sulla linea dell’appoggio di
crediti di guerra?
E il Partito della Sinistra Europea che aveva riunito l’esecutivo in
forma solenne per “appoggiare la campagna elettorale di Syriza”?
Riecheggia un antico : “Praga è sola”.
Atene sembra isolata in una fase dove risalta il carattere “nazionale”
dello scontro europeo, quasi se si trattasse del “debito in un paese
solo”.
L’assenza del carattere internazionalista della lotta di classe appare
come il buco nero più ampio in questo strappo totale dell’identità
storica dei socialisti e dei comunisti: tutto sembra davvero ridotto a
propaganda politicista.
Ed è questa la considerazione più amara ma forse
anche più vera che viene alla mente pensando al disastro economico,
sociale, culturale prodotto ancora una volta dal capitalismo (tout
court: senza aggettivi, né “turbo”, né “globalizzato”, né “iper
liberista).
Fuente: Bellaciao/PrensaPopularSolidaria
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Correo: pcvmirandasrp@gmail.com
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