In memoria di Raffaele De Grada:: Drigente e Parlamentare Comunista´, Profesore e Critico di Arte, (1916-2010)
Di: Sergio Ricaldone
I ricordi giocano talvolta strani scherzi. Hai condiviso per decenni impegno e passione politica con un compagno come Raffaele De Grada ma poi, al momento del saluto estremo, ti accorgi quanto abbiano pesato sulla tua vita quel paio d’ore del primo incontro avvenuto sessantacinque anni prima in una tiepida giornata di fine gennaio, nel 1944, su una panchina di Viale Tunisia. Ero da poco rientrato in città dopo un breve periodo di guerriglia improvvisata sulle Prealpi lombarde.
L’appuntamento, mi dicono, è con un compagno dirigente del partito e bisogna seguire tutte le cautele imposte dalla clandestinità in una città come Milano occupata dal nemico. Superati i convenevoli del riconoscimento, a rialzarmi il morale un po’ abbacchiato ci pensò quel giovane dall’aria un po’ scanzonata che, dopo essersi presentato col nome di battaglia di “Santi”, cominciò a spiegarmi, una sigaretta dopo l’altra, e con l’occhio attento a scrutare ogni passante, che da quel momento il partito mi affidava un compito molto serio, quello di organizzare nel nascente Fronte della Gioventù gruppi combattenti di giovani operai e studenti, di tutte le tendenze politiche antifasciste.
Nel giro di un paio d’ore, mentre tenevo il dito sempre pronto sul grilletto della pistola, “Santi” mi spiegò come andava combattuta una guerriglia condotta in una grande città occupata dal nemico e come avrei dovuto comportarmi se fossi caduto nelle mani dei fascisti e della Ghestapo. Dopo avermi chiesto più volte se avevo ben capito e se ero disposto a seguire quelle regole, mi confermò l’incarico aggiungendo che presto sarei stato contattato dal gruppo dirigente del Fronte della Gioventù.
E fu esattamente da quel gruppo diretto da Eugenio Curiel e composto da Quinto Bonazzola, da Gillo Pontecorvo e Luca Staletti che nei mesi successivi imparai ad unire all’uso del fucile le prime nozioni della politica. Difficile dimenticare cosa abbia significato per me quel primo incontro con Raffaele De Grada. Lo abbiamo ricordato spesso con grandi risate liberatorie tutte le volte che mi sono incontrato con lui in questi lunghi decenni. Lo ricordo anche ora con grande tristezza nel momento dell’estremo saluto. Ciao Raffaellino.
Raffaele De Grada
Nato a Zurigo il 28 febbraio 1916, deceduto a Milano il 1° ottobre 2010, dirigente e parlamentare comunista. Profesore e Crtico di Arte
Venuto in Italia col padre dalla Svizzera quando questi fu chiamato alle armi, trascorse l’infanzia e l’adolescenza tra San Gimignano (SI) e Firenze. “Raffaellino” (così è stato sempre chiamato per distinguerlo dal padre, famoso pittore), nel 1929 è a Milano e, al Ginnasio, ha i primi contatti politici, prima con i repubblicani e poi con i comunisti e i socialisti.
Già nel ’37 attira l’attenzione della polizia fascista, ma è del ’38 il primo arresto, nei giorni seguiti al Patto di Monaco. Nello stesso anno De Grada fu tra i promotori, con Ernesto Treccani, del movimento milanese di “Corrente” e diresse la “Galleria della Spiga”. Dopo il servizio di leva in Sicilia, fu arrestato, il 27 marzo 1943, per essere stato tra gli organizzatori degli scioperi politici di protesta alla Pirelli e in altre fabbriche milanesi.
Durante i 45 giorni del Governo Badoglio, De Grada è redattore, con Celeste Negarville, de l’Unità clandestina e, dopo l’armistizio, s’impegna nell’organizzazione della Guardia Nazionale e delle prime formazioni partigiane di montagna. Assolto l’incarico di organizzare in Lombardia il “Fronte della Gioventù”, si sposta, nell’aprile del 1944, con lo stesso compito in Toscana. Alla guida della sua formazione, che combatterà dal 4 agosto 1944 e deporrà le armi il 20 dello stesso mese, partecipa alla battaglia di Firenze.
Nel settembre è il CLN toscano che lo designa a dirigere il Giornale Radio, che commenterà quotidianamente, sotto il controllo degli Alleati, con lo pseudonimo di “Criticus”. Quando, il 26 aprile 1945, tornerà a Milano, sarà (sino al 1948, quando Scelba farà in modo di limitare la sua attività professionale a quella di critico d’arte), redattore capo della RAI per l’Alta Italia.
Fra i dirigenti della Federazione milanese del PCI, Raffaelino De Grada è stato consigliere comunale di Milano dal ’46 al ’59; deputato del PCI negli anni 1958-63; nel 1967 fu eletto segretario della Sezione “Palmiro Togliatti“, nel centro di Milano. Con lo scioglimento del suo partito è passato nel Partito dei Comunisti Italiani. De Grada ha vinto un “Premio Saint Vincent” di giornalismo e pubblicato molti libri sui più noti pittori (si ricorda qui soltanto la monumentale Storia autobiografica della pittura moderna). Ha organizzato anche importantissime Mostre d’arte.
Appreso della morte di Raffaele De Grada, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha fatto pervenire alla famiglia del famoso critico d’arte il seguente messaggio: “Ho appreso con vivo rammarico la notizia della scomparsa di Raffaele De Grada, fine critico d’arte e fondatore della rivista Corrente, partigiano e combattente per la libertà e la democrazia, che ho avuto modo di conoscere come impegnato intellettuale e come parlamentare. Alla moglie e a tutta la famiglia invio le più sentite condoglianze”.
Fuente: ANPI.IT/RESISTENZE.ORG/Yury Weky Group/PrensaPopularSolidaria
http://prensapopular-comunistasmiranda.blogspot.com/
Correo: pcvmirandasrp@gmail.com
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