Di: Giusi Greta Di Cristina, Comitato Centrale PCI, Responsabile Nazionale Dipartimento Esteri relazioni con l’America Latina.
Dinnanzi alla Resistenza della Repubblica Bolivariana del Venezuela, dinnanzi al Popolo bolivariano che non cede, dinnanzi alla integrità e al coraggio dei governanti bolivariani che lottano senza sosta, il Condor lima i suoi artigli.
Da mesi raccontiamo tutti i piani messi in atto dagli Stati Uniti d’America, in accordo con le strutture trasversali e i suoi Paesi vassalli, per distruggere il legittimo governo presieduto da Nicolás Maduro.
Mesi in cui si è attaccata variamente la popolazione chavista, facendo scomparire il cibo, i medicinali, i beni di prima necessità. Beni che, per inciso, hanno continuato ad esserci in abbondanza nei ristoranti e nei supermercati delle zone ricche di Caracas. Quelle stesse zone che hanno formato ed offerto quelli che sono stati chiamati dai media occidentali “rebeldes callejeros”, i ribelli delle strade, che starebbero combattendo contro un fantomatico regime dittatoriale.
Il popolo è stato attaccato per le strade, con la tecnica delle guarimbas, con le bottiglie ghiacciate lanciate dalle finestre per colpire e uccidere i manifestanti in difesa del proprio Presidente, con le molotov arricchite da escrementi, appelli sui social per unirsi contro Maduro.
Queste voci e azioni terribili hanno goduto del sostegno totale e prono di tutti i maggiori media mondiali, europei in particolare, diretti e controllati da quelle forze liberiste – che siano di destra o socialdemocratiche poco importa – che guardano con evidente avidità a un Paese che detiene la terza riserva di petrolio più grande al mondo e, al contempo, rappresenta un esperimento che, con tutti i suoi limiti ed errori, è riuscito nell’impresa titanica di creare una alternativa alla politica colonialista e imperialista nordamericana.