miércoles, 12 de mayo de 2010

Grecia - Il PDCI scrive al KKE: "Siamo con voi"

Grecia - Il PDCI scrive al KKE: "Siamo con voi" Inviato da : ufficiostampa Martedì, 11 Maggio 2010 - 17:06

"Care compagne e cari compagni, seguiamo in questi giorni con grande apprensione le notizie economiche, politiche e sociali che giungono dalla Grecia, ma al tempo stesso vediamo con quale determinazione, coraggio e coerenza politica il KKE sia protagonista nella lotta politica e sociale che i lavoratori greci stanno producendo contro le folli politiche imposte dall'UE e dall'FMI ed accettate supinamente dal governo greco". E' quanto scrivono Francesco Francescaglia e Gianni Pagliarini, rispettivamente responsabile Esteri e Lavoro del PdCI - Federazione della sinistra.

"Lasciateci dire - continuano Francescaglia a Pagliarini - che siete un esempio di resistenza per tutti i lavoratori europei. Oggi, grazie a voi, possiamo dire che tutti i lavoratori europei devono fare come in Grecia. Le proteste, gli imponenti scioperi e le grandi mobilitazioni di questi giorni stanno spezzando il pensiero unico imposto dal neoliberismo e rendono chiari ai lavoratori di tutta Europa quali sono i rischi reali della crisi greca: l'adozione in tutti i paesi europei delle misure antisociali e antipopolari che sono state approvate in Grecia.

Il capitale e la finanza internazionale, che sono i responsabili di questa crisi globale, pretendono oggi di dettare le soluzioni indicando le stesse ricette che hanno determinato la crisi. Così per il capitalismo la crisi diventa una grande opportunità per rilanciare, ancora una volta, l'ennesima ristrutturazione neoliberista, fatta di licenziamenti, eliminazione dei diritti, diminuzione dei salari e delle pensioni, privatizzazioni e smantellamento dei servizi pubblici. Ci dicono che non ci sono alternative, che servono interventi drastici per sanare i conti pubblici e far ripartire l'economia e così impongono scelte per cui a pagare i loro debiti sono sempre i lavoratori e la parte più debole della popolazione".

"Il 6 maggio - scrive il PdCI - uno dei maggiori quotidiani italiani, 'La Repubblica', ha intervistato Daniel Cohn-Bendit che ha affermato: "Sono ottimista sulle chance di Papandreu, e sulla possibilità che la società lo capisca. Shock come la violenza di queste ore alle volte sono salutari". Come sempre i rappresentanti di una certa sinistra opportunista, ex-rivoluzionari da salotto inevitabilmente finiti a sostenere il vecchio nemico, ci rivelano con chiarezza quali sono le strategie con cui il capitalismo persegue i suoi interessi: strumentalizzare il conflitto sociale per imporre le loro scelte.

Noi in Italia conosciamo bene questo modo di agire: attentati, morti e stragi per gettare nel panico la popolazione e determinare l'isolamento delle forze politiche che si battono per la trasformazione della società e il parallelo rafforzamento dei partiti di governo. In Italia l'abbiamo chiamata 'strategia della tensione', messa in pratica con il 'terrorismo di Stato' e, poi, con le grandi stragi mafiose fatte con la copertura del livello politico. Per questo comprendiamo cosa state vivendo dopo la tragica morte dei 3 dipendenti della banca di Atene e le ignobili accuse che vi sono state rivolte per cercare, senza successo, di indebolire la lotta del KKE".

"Noi dobbiamo opporci a questa escalation, dobbiamo contrastare l'ennesimo piano del neoliberismo che ricade sulle spalle dei lavoratori, dobbiamo lottare contro l'estensione indiscriminata di queste politiche agli altri paesi europei. Per questo, oggi più che mai, la vostra lotta è anche la nostra lotta.Voi ci avete lanciato un appello dall'acropoli del Partenone "popoli d'Europa sollevatevi!".

Noi lo abbiamo fatto nostro. In questa fase la solidarietà internazionale dei comunisti è importante, ma deve trovare la capacità di concretizzarsi in azioni e lotte comuni. Per questo ci permettiamo di proporvi di organizzare una grande manifestazione dei comunisti e dei lavoratori europei, per affermare con chiarezza che i lavoratori europei non sono disposti a pagare la crisi e che non c'è possibilità di risolvere i fallimenti del capitalismo con questo modello di produzione e di economia.

L'attacco portato ai lavoratori di un paese europeo dovrebbe oggi trovare una risposta forte da parte dei lavoratori degli altri paesi. Vi chiediamo di mettere a disposizione la vostra autorevolezza ed esperienza internazionale per chiamare a raccolta i lavoratori di tutta Europa per riaffermare, da comunisti, che la crisi non deve essere pagata dai ceti popolari e che l'unica soluzione possibile è la trasformazione di questa società e di questo modello di produzione. Vi ribadiamo il nostro sostegno - concludono Francescaglia e Pagliarini - e tutta la nostra fraterna solidarietà. Saluti comunisti".

Fuente:PDCI/PrensaPopularSolidaria http://prensapopular-comunistasmiranda.blogspot.com Correo: pcvmirandasrp@gmail.com

DANS LE 65ÈME ANNIVERSAIRE DE LA VICTOIRE !

Déclaration commune de 51 partis communistes et ouvriers pour le 65ème anniversaire de la victoire contre le nazisme et le fascisme

Traduction AC pour http://solidarite-internationale-pcf.over-blog.net

Commémorons le 65ème anniversaire de la Victoire!

Nous commémorons le 9 mai [ou le 8 mai] le 65ème anniversaire de la victoire sur le nazisme et le fascisme la plus brutale et violente expression de la domination des monopoles. Le système capitaliste, aujourd'hui en crise profonde, a mené l'humanité à une des pires catastrophes de son histoire, à la barbarie des camps de concentration, au cortège de morts et de destructions qu'a signifié la Seconde guerre mondiale pour les peuples.

Les communistes étaient, dès le premier moment, en première ligne, mobilisant et organisant les travailleurs et les peuples pour la résistance. La lutte anti-fasciste a pu compter sur l'action ferme et résolue des communistes. Des millions d'entre eux lui ont donné leur vie.

La contribution héroïque de l'URSS, de son Armée rouge et de son peuple, qui a subi près de 27 millions de pertes, fut décisive dans la victoire sur les hordes fascistes.

C'est avec la victoire en 1945 et la formation du camp socialiste que des millions d'hommes et de femmes ont entrepris leur émancipation, se libérant de l'exploitation, de l'oppression et du colonialisme, et que le mouvement ouvrier a conquis d'immenses acquis sociaux et politiques, sur la voie de progrès jamais atteints auparavant dans l'histoire de l'humanité.

Dans la situation actuelle, en ces temps de crise profonde du capitalisme, où l'offensive menée par plusieurs organisations impérialistes, comme l'OTAN et l'UE, frappe si durement les masses laborieuses, l'Humanité est à nouveau confrontée à de grands dangers résultant de l'aggravation des contradictions de l'impérialisme, de la course aux armements, du renforcement des alliances militaires agressives et de la tentative d'imposer par la force l'augmentation brutale de l'exploitation, la précarité dans les relations de travail, les licenciements et le chômage, la pauvreté et la privation des besoins les plus fondamentaux pour des millions d'êtres humains.

Nous en appelons ainsi à marquer le 65ème anniversaire sur le nazisme et le fascisme, comme une action importante dans la lutte pour la paix contre l'entreprise monumentale de falsification de l'histoire et contre l'anti-communisme – qui, comme l'histoire l'a démontré, est toujours anti-démocratique – qui en tentant de mettre sur un même plan fascisme et communisme et d'effacer le rôle décisif des communistes dans la libération des peuples du joug nazi et fasciste, cherche à criminaliser, interdire, réprimer, non seulement les idées et l'action des communistes mais aussi celles de tous les démocrates qui s'opposent à la domination et à l'exploitation capitalistes, le but étant de poursuivre et de réprimer tous ceux qui, sous quelle forme que ce soit, résistent et luttent contre les monopoles et l'impérialisme.

Pour nous, communistes, évoquer le 65ème anniversaire de la victoire, c'est réaffirmer notre conviction profonde dans la lutte pour l'émancipation sociale, dans la justice de nos valeurs et de nos idéaux libérateurs; c'est réaffirmer notre détermination à combattre les causes et les forces qui étaient à l'origine de l'horreur fasciste; c'est réaffirmer notre confiance inébranlable que l'avenir n'appartient pas à ceux qui oppriment et exploitent, mais aux travailleurs et aux peuples qui résistent et luttent pour l'émancipation de l'humanité des chaînes de l'exploitation de l'homme par l'homme et pour une société où les travailleurs jouiraient pleinement de la richesse qu'ils ont créé, une société du progrès social, de la paix et du bien-être.

L'avenir n'appartient pas au capitalisme, mais bien au socialisme et au communisme.

8 Mai 2010

Les partis signataires

Parti Algérien pour la Démocratie et le Socialisme (PADS).- Parti Communiste d'Arménie.- Parti Communiste d'Azerbaidjan .- Parti Communiste d'Australie.- Parti Communiste du Bélarus.- Parti du Travail de Belgique.-Parti Communiste du Brésil.- Parti Communiste du Canada.- Parti Communiste de Bohême et Moravie.- Parti Communiste du Chili .- Parti ouvrier socialiste de Croatie .- Parti Communiste de Cuba .- Parti Communiste au Danemark .- Parti Communiste des Etats-Unis .- Parti Communiste de Finlande .- Nouveau Parti Communiste de Grande-Bretagne .- Parti Communiste de Grande-Bretagne .- Parti Communiste Allemand .- Parti Communiste Unifié de Georgie .- Parti Communiste de Grèce .- Nouveau Parti Communiste des Pays-Bas .- Parti Communiste Ouvrier Hongrois.- Parti Communiste d'Inde .- Parti Communiste d'Inde (Marxiste) .- Parti Tudeh d'Iran .- Parti Communiste Irakien .- Parti Communiste d'Irlande .- Parti Communiste d'Israel .- Parti Communiste du Kazakhstan.- Parti des Communistes du Kirghizistan.- Parti Communiste Libanais.- Parti Communiste du Luxembourg.- Parti des Communistes, Mexique.- Parti du Peuple Palestinien.- Parti Communiste du Pakistan.- Parti Communiste Péruvien.- Parti Communiste Philippin -PKP 1930.- Parti Communiste Portugais.- Parti Communiste de Pologne.- Parti Communiste de la Fédération de Russie.- Union des Partis Communistes – PCUS – Russie.- Parti Communiste Sud-Africain.-Parti Communiste d'Espagne.- Parti des Communistes de Catalogne.- Parti Communiste des Peuples d'Espagne.- Parti Communiste Syrien.- Parti Communiste de Suède.-Parti du Travail de Turquie (EMEP).- Parti Communiste d'Ukraine.-Parti Communiste d'Uruguay.-Parti Communiste du Vénézuela

Publié: Par Vive le Parti Communiste Français / Publié dans : APPELS INTERNATIONAUX DE PARTIS COMMUNISTES

Fuente: Vive le Parti Communiste Français/PrensaPopularSolidaria http://prensapopular-comunistasmiranda.blogspot.com Correo: pcvmirandasrp@gmail.com

martes, 11 de mayo de 2010

¿CUÁL TERRORISMO APOYAMOS?

Por: Américo Díaz Núñez

1. No apoyamos la invasión a Irak, el más monstruoso acto de terrorismo que ha cobrado alrededor de un millón de vidas, millones de heridos y la destrucción de un país soberano. Bush la realizó y la continúa impulsando.

2. No avalamos la tortura como método de interrogatorio. Al contrario, la Constitución y la práctica policial venezolana la prohíben terminantemente. Bush la legalizó hace poco en Estados Unidos.

3. Venezuela no tiene un campo de prisioneros en Guantánamo ni cárceles secretas en el este de Europa. Bush las tiene por decenas para detener, torturar y asesinar “sospechosos de terrorismo”, una nueva forma ilegal de represión criminal.

4. No tenemos una legislación que incluya una Ley Patriota para legalizar el espionaje de nuestros propios ciudadanos sin orden judicial. Bush la propuso y aprobó, la aplica y la defiende.

5. No conspiramos para derrocar o asesinar presidentes de otros países, o para calificarlos de financistas del terrorismo o propiciadores del narcotráfico sin prueba alguna. Bush sí.

6. No planificamos con sectores apátridas de otros países golpes de estado fascistas como el ocurrido en Venezuela en abril de 2002, desconocedor de la Constitución, la democracia y los derechos humanos. Bush sí lo hizo en Venezuela y otros países.

7. No apoyamos ni mucho menos financiamos gobiernos que aterrorizan a sus pueblos o a sus vecinos, como ocurre en el medio y cercano Oriente con Pakistán o Israel. Bush sí lo hace.

8. No abusamos de los países débiles o pobres a quienes se calificó de “oscuros rincones del mundo” que pueden ser bombardeados en cualquier momento sin causa alguna o por sospechas de terrorismo o lo que se invente. Bush es el padre de esa monstruosidad.

9. Rechazamos enérgicamente la incursión militar colombiana en Ecuador para asesinar dormidos a ciudadanos de su propio país, disfrazándola de “combate y persecución en caliente” de guerrilleros que estaban negociando la entrega de rehenes en ese territorio, mientras que el único gobierno que apoyó ese acto de terrorismo de estado fue el norteamericano. Bush financió esa atrocidad.

10. No estamos de acuerdo con asesinatos premiados con dinero porque eso se llama estímulo al sicariato desde el propio gobierno obligado a cumplir la ley, y ésta prohíbe la pena de muerte en Colombia. Bush apoya esos crímenes con su “ayuda militar” de 5 mil millones de dólares a Colombia.

11. Venezuela no clasifica a los países según su propia óptica y intereses particulares para presentarlos al mundo según esa semejante pretensión imperialista. Estados Unidos sí lo hace bajo la batuta de Bush.

12. Nuestro país no da refugio y protección en su territorio a terroristas como Luis Posada Carriles, Orlando Bosch y decenas de criminales confesos como genocidas. Bush sí lo hace.

13. En Venezuela no se le pone precio a las cabezas de los líderes de la oposición para eliminarlos. En la Colombia que Bush apoya y financia sí se hace como política de estado, con Uribe pagando recompensas sicariales.

14. No tenemos tropas en Afganistán, donde se violan los derechos humanos y el derecho a la soberanía de su pueblo en nombre de una libertad hipotética. Bush sí las tiene.

15. No ejercemos por la fuerza de las armas y mecanismos económicos leoninos el papel hegemónico sobre otras naciones, a quienes se obliga a vivir bajo el terror de tales amenazas y explotación creadora de pobreza e injusticias sociales. Estados Unidos y su presidente sí lo hacen.

16. Venezuela no tiene bases militares regadas en el mundo con armas letales apuntando a enemigos potenciales que son seres humanos de carne y hueso cuyas vidas transcurren bajo el terror de una posible guerra nuclear o preventiva, a capricho de una superpotencia engreída que instala Israelíes donde le da la gana.

17. ¿Que financiamos a las FARC? La insurgencia colombiana existe desde 1948, cuando la oligarquía asesinó a Gaitán, está armada por sus propios medios y persiste gracias al terrorismo de estado de los gobiernos de Colombia desde entonces aplican contra un pueblo noble, víctima de mil injusticias y masacres. Quien financia todo eso es el gobierno norteamericano de Bush con un presupuesto de $ 5 mil millones.

18. Mientras en la frontera con Colombia hemos tenido siglos de convivencia pacífica y relaciones familiares normales a ambos lados de la línea fronteriza, el Muro de la Muerte que levanta Estados Unidos en su frontera con México ha sido la tumba o la prisión de miles de mexicanos y centroamericanos que quisieron emigrar en busca de trabajo, pero allí se les dispara, maltrata o detiene brutalmente.

19. Cuba revolucionaria y socialista tiene el mejor expediente del terrorismo que le aplica Estados Unidos desde 1960 con apoyo declarado e incluso en forma de leyes Torricelli y otras que procuran asfixiar a su pueblo con un criminal bloqueo que no tiene nada que envidiarle a los métodos hitlerianos.

20. El Cono Sur de América del Sur y Brasil sufrieron veinte años de dictaduras instaladas con apoyo norteamericano, con más de 70 mil víctimas de desapariciones, crueles torturas aprendidas en la Escuela de las Américas de EE.UU. y fusilamientos secretos, en el marco del Plan Cóndor impuesto por el Pentágono.

Por todo esto, ¿quién es, en verdad, terrorista?

Fuente:Tribuna Popular/PrensaPopularSolidaria
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CAMARADA GULER ZERE LUCHADORA REVOLUCIONARIA COMUNISTA TURCA MUERE A CONSECUENCIA DE NEGATIVA DE ATENCIÓN MÉDICA EN PRISIÓN POR EL GOBIERNO TURCO


En Turquía, poco después de ser por fin liberada, tras de más de quince años de prisión, falleció la Camarada Guller Zere.

Víctima de una cáncer, a la Camarada Guler Zere le fue negada la posibilidad de una liberación o al menos el traslado en calidad de presa a un instituto en el cual recibir tratamiento adecuado.

En todo el mundo se realizó una Campaña por la libertad de la Camarada Guler Zere, pero el gobierno turco no concedió la libertad, siguiendo su política de persecusión y represión contra los comunistas, con criterio de tipo nazifascista.

Dentro de la Campaña Mundial por la Libertad de la Camarada Guler Zere formó parte nuestro Portavoz de Solidaridad Prensa Popular Solidaridad, con una información permanente destacada, con el título de Libertad a Guler Zele.

LIBERTAD A GÜLER ZERE

""Libertad a Güler Zere, presa desde hace 14 años en Turquía, enferma de gravedad y a quien el gobierno turco le niega todo tipo de atención. En la información completa en nuestra columna central al fondo se encuentran las señas de los organismos a los cuales se pueden enviar las correspondencias de solidaridad.

Solicitamos a nuestros camaradas de las distintas Organizaciones del Partido desarrollar esta campaña para salvar la vida a la camarada de Turquía Güler Zere. """

Nuestra Campaña obedeció a un Correo con una solicitud de Solidaridad que llegó a nuestro Correo con referencia al caso de la Camarada Guler Zere.

Hoy, cuando damos la información de la muerte de la Camarada Guler Zere, debido a la intransigencia criminal del gobierno turco, elevamos nuestra palabra de solidaridad y pésame a los camaradas turcos, a los familiares de la camarada, al pueblo turco que la apreciaba profundamente, y al mismo tiempo elevamos nuestra protesta por esta criminal acción del gobierno de Turquía, antihumana y muestra de intenciones de venganza propia de gobernantes de una baja calidad humana, que llevó finalmente a la muerte de Guler Zere.

La memoria de la Camarada Guler Zere estará viva permanentemente, por su calidad humana y su dedicación a las luchas en favor del pueblo turco, por sus luchas por el Socialismo en vías al Comunismo y por el ejemplo que siempre le dió a su pueblo.

La Camarada Guler Zere falleció físicamente, pero seguirá sembrada en las luchas revolucionarias del pueblo turco.

Fuente: Prensa Popular Solidaridad Comunistas Miranda
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Correo: pcvmirandasrp@gmail.com

NUEVAS MANIFESTACIONES DEL PAME CONTRA LA DESTRUCCIÓN DE LAS CONQUISTAS POPULARES

Nuevas manifestaciones del PAME contra la destrucción de las conquistas populares

El jueves 6 de mayo, un día después de las masivas manifestaciones de la huelga, el PAME organizó nuevas poderosas manifestaciones por todo el país.

Las medidas que masacran las conquistas obreras y populares fueron aprobadas por el PASOK y LAOS. Sin elevar ninguna crítica sustancial, ND votó contra las medidas, únicamente para aparecer como partido de la oposición, mientras llamaba al PASOK y a LAOS a emprender acciones unitarias contra el KKE.

La única solución es el aumento de la lucha de clases de los trabajadores y los pequeños agricultores pobres, de las mujeres y la juventud por la ruptura y el derrocamiento de la política y el poder de los monopolios, declararon las miles de personas que participaron en las manifestaciones del PAME.

Nuevamente, los medios internacionales y griegos emitieron las acciones de provocación y los disturbios preparados, tratando de evitar la participación masiva en las manfiestaciones del PAME y de ocultar el contenido de las consignas.

“Para nosotros la única garantía de la democracia es el pueblo organizado y con un programa de lucha que tenga un dirección específica y la capacidad de lucha para un cambio de la clase en el poder.
Es la mayoría del pueblo quien puede cambiar las leyes. Sin embargo, el establecimiento de leyes requiere el cambio de las leyes en la sociedad, las leyes no se cambian desde arriba. Y no nos amenacen. Debo decirles que estamos acostumbrados a luchar bajo tales condiciones.

También me gustaría aclarar lo siguiente: tenemos más experiencia que nunca y seguimos extrayendo lecciones de nuestra contribución, nuestros errores y nuestros fallos. Hay una cosa que ustedes nunca serán capaces de hacer: ponernos contra la pared, ocultar nuestra acción. No se les ocurra pensar en ello. Será un boomerang. Estén seguros. Después de 92 años sabemos muy bien contra quién estamos luchando", recalcó Aleka Papariga, Secretaria General del CC del KKE en su intervención durante la sesión parlamentaria sobre las medidas fiscales.

lunes, 10 de mayo de 2010

FRENTE A LA IMPOSICIÓN IMPERIALISTA POR MEDIO DEL TERROR Y EL MIEDO:: ¡¡DESARME MUNDIAL AHORA!!

Llamada. Frente a la oligarquía del terror, ¡desarmémonos ahora !
Translated samedi 8 mai 2010, par David García Mora

LA LLAMADA DE RESPONSABLES DE ORGANIZACIONES PACIFISTAS DEL MUNDO ENTERO.

¿Por qué el Tratado de no proliferación debe ser apoyado y reforzado ?

Hoy, nuestro mundo se enfrenta a crisis de una amplitud sin precedentes : el calentamiento climático, la pobreza, la guerra, el hambre y las pandemias. Éstas amenazan el futuro de la vida tal como la conocemos y llevan cada día a la muerte, la pena y el sufrimiento para numerosos habitantes de nuestro planeta.

Sin embargo, esos problemas son casi completamente el resultado de la acción humana y pueden ser también resueltos por la acción humana. Una oportunidad sin precedentes se nos ofrece para crear la voluntad política de disponer por fin de las riquezas y de los recursos para satisfacer las necesidades de todos los pueblos y permitir a todos vivir juntos en paz y justicia.

Ese es el deseo de la mayoría aplastante de los pueblos, y sin embargo nos enfrentamos a una situación en la que los gastos militares mundiales –dinero para matar- han alcanzado ahora un total de un 1460 billones de dólares en 2008.

Además, nueve países mantienen arsenales de armas nucleares –en total, más de 23000 cabezas nucleares. Esas armas particularmente destructivas pueden no solamente destruir la vida de nuestro planeta -varias veces- sino que son igualmente utilizadas como armas políticas de terror, reforzando la injustificable desigualdad del mundo.

La erradicación de esas armas pondrá fin no solamente a la amenaza de destrucción del mundo y a esta oligarquía del terror, sino que liberará los recursos considerables para luchar contra el cambio climático y la pobreza, abriendo la vía a una nueva tendencia mundial a favor de la desmilitarización que dará otros progresos de la aspiración humana posibles.

A pesar de las obligaciones derivadas de los tratados y de las resoluciones y de las decisiones internacionales a lo largo de decenios que han seguido a los bombardeos nucleares criminales de Japón por los Estados Unidos en 1945, los Estados dotados de armas nucleares no han logrado eliminar sus armas nucleares.

La posesión de esas armas, así como la modernización de los sistemas y de las doctrinas de utilización nuclear cada vez más agresivas estos últimos años han contribuido a estimular la tendencia a la proliferación – y una mayor probabilidad de una guerra nuclear.

La Conferencia de examen del TNP de mayo de 2010 ofrece una preciosa ocasión para tomar esta iniciativa. Se trata de una oportunidad que no debe ser desaprovechada bajo ningún pretexto. Después de la lógica de guerra de la era Bush, la presidencia de Obama diseña un nuevo contexto para nuestros objetivos.

El compromiso del presidente Obama –junto al del presidente ruso, Medvedev,- por la abolición mundial de las armas nucleares es muy bien acogido, y sus primeros pasos hacia las reducciones bilaterales y el apoyo de los tratados limitando el desarrollo de las armas nucleares son positivos.

Sin embargo, el objetivo de la abolición mundial no puede ser aplazado a un futuro indeterminado, ya que sólo un proceso definido, realizable y un calendario pueden frenar la proliferación que nos amenaza a todos.

Con este fin, para asegurar un futuro para la humanidad y nuestro planeta, para ayudar a crear las condiciones de un mundo de paz, de justicia y de una verdadera seguridad humana seria, exigimos a la conferencia de examen del TNP en 2010 que tome un compromiso sin equívoco para entablar negociaciones sobre una convención para un calendario de eliminación de todas las armas nucleares.

Tal medida no se hará sin el apoyo activo de la sociedad civil, dando la palabra a la aspiración de la mayoría mundial por un mundo liberado del miedo de la destrucción nuclear.

Animamos a todos los que comparten esta visión que se unan a nosotros en las movilizaciones para la conferencia internacional de paz en Nueva York el 1 de mayo y la jornada internacional de acción por un mundo sin armas nucleares, en Nueva York y en el mundo, el 2 de mayo, así como para la presentación de firmas de peticiones en la ONU.

Firmantes : Abraham Béhar, presidente, Asociación de médicos franceses para la prevención de la guerra nuclear (Francia) ; Reiner Braun, Asociación internacional de juristas contra el arma nuclear (Alemania) ; Jacqueline Cabasso, directora ejecutiva, Western States Legal Foundation (USA) ; Lisa Clark, Red italiana por el desarme (Italia) ; Daniel Fontaine, presidente de la Asociación francesa de municipios, departamentos y regiones por la paz (Francia) ; Dr. Joseph Gerson, coordinador de desarme, American Friends Service Committee (Estados Unidos) ; Regina Hagen, consejera de desarme, Red Internacional de científicos (Alemania) ; Kate Hudson, presidente, Campaña por el Desarme Nuclear (Gran Bretaña) ; Dominique Lalanne, copresidente, Armas nucleares STOP, Abolición 2000 Europa (Francia) ; Samuel Legros, Coordinación nacional de acciones por la paz y la democracia (Bélgica) ; John Loretz, director de programas, Asociación internacional de médicos para la prevención de la guerra nuclear (Estados Unidos), coordinador d´Ican (campaña internacional para abolir el arma nuclear) ; Kevin Martin, director ejecutivo, Peace Action (Estados Unidos) ; Hiroshi Taka, secretario general, conferencia mundial contra las bombas A y H /Gensuikyo (Japón) ; Pierre Villard, copresidente, Movimiento de la paz (Francia)- coordinador Ican-Francia.

Fuente: L"Humanié en Español/ PrensaPopularSolidaria http://prensapopular-comunistasmiranda.blogspot.com
Correo: pcvmirandasrp@gmail.com

domingo, 9 de mayo de 2010

MASIVA RESPUESTA DE LA CLASE OBRERA GRIEGA

El 5 de mayo, con la huelga general del Frente Militante de Todos los Trabajadores (PAME) se congeló cualquier actividad productiva en Grecia. Se detuvo el trabajo en las fábricas, en los lugares de construcción y en las tiendas, en los puertos y aeropuertos, en las universidades y las escuelas. Desde muy temprano, miles de trabajadores y jóvenes estaban fuera de los centros de trabajo defendiendo su derecho a huelga, contra la intimidación de los patrones. Cientos de miles de personas protestaron participando en las concentraciones y manifestaciones organizadas por PAME en 68 ciudades de Grecia.

Al mismo tiempo grupos de provocadores intentaron socavar la manifestación. Aleka Papariga, la Secretaria General del KKE, destacó la importancia de la lucha política organizada y denunció desde el parlamento los esfuerzos de los provocadores que causaron la muerte de 3 jóvenes que murieron de asfixia por bombas molotov en el banco.

En Atenas la concentración del PAME se realizó en la plaza Omonia, donde el orador principal, G. Perros, miembro del Secretariado del PAME, señaló entre otros:

“Basta ya los sacrificios en favor de los banqueros, los industriales, los monopolios. Si es necesario vamos a hacer cualquier sacrificio para defender, todos unidos, nuestros derechos, nuestra vida. Para defender la vida de nuestros hijos, para no entregarles atados de pies y manos para la explotación más dura. No vamos a entregarles nuestras conquistas.

Su afirmación de que se trata de un paquete de rescate del país es una mentira. Es un paquete de rescate para los patrones, los banqueros, los armadores que han sido los únicos que se beneficiaron de los anteriores paquetes de ayuda, así como para los acreedores extranjeros que junto con los plutócratas griegos durante décadas quitan de nuestro pueblo la riqueza que produce.

Han diseñado estas medidas muchos años antes y ahora las van aplicando gradualmente. Se mencionan en el Tratado de Maastricht, en el Libro Blanco. Se incluyen en todas las resoluciones de las Cumbres de la Unión Europea. Formaban parte del programa del PASOK y de la ND. Se incluían en los 9 puntos del acuerdo entre la Confederación de trabajadores en el sector privado y la Federación Griega de Empresas”.

G. Perros mencionó que: “Es nuestro derecho y vamos a luchar por tener nuestra Grecia que va a ser infinitamente mejor que la suya. Incluso si votan esta medidas no las van a legitimar en nuestras conciencias, no vamos a obedecer a las leyes que utilizan para imponérnoslas. Día tras día, mes tras mes vamos a reunir fuerzas para impedir la realización de estas leyes, hasta derrocar estas propias leyes y a ellos mismos.”

El representante del PAME concluyó su discurso señalando que: “Nosotros, los trabajadores, los autónomos, los artesanos, los pequeños comerciantes, los pequeños y medianos campesinos, los jóvenes somos la mayoría.

Y a medida que construimos nuestro frente, nuestra coalición, más fuertes vamos a ser. Y cuando construyamos nuestro frente no vamos a ser simplemente fuertes sino poderosos. Porque habríamos construido el mecanismo de nuestro poder. Habríamos construido el mecanismo para planificar y producir teniendo como criterio nuestras necesidades. Habríamos construido el mecanismo básico para impedir la minoría de usurpadores y parásitos que viven con la riqueza que nos han privado que es el resultado de nuestro trabajo y basta para que construyamos nuestra vida y la vida de nuestros hijos y de las generaciones futuras.

Este es nuestro deber patriótico y nuestra gran responsabilidad. Esta es la vía de sentido único para nosotros y no vamos a rendirnos no importa cuantos sacrificios serán necesarios.”

Siguió una gran marcha masiva de los sindicatos de clase, que se unen en el PAME, contra la línea del consenso de las confederaciones de los trabajadores en el sector privado (GSEE) y en el sector público (ADEDY) que todo esto tiempo facilitan con su actitud la política antipopular. En la concentración y en la manifestación aparte de las fuerzas de PAME participaron fuerzas del Frente Panhelénico Antimonopolista de los autónomos y los pequeños comerciantes (PASEVE) y del Frente de Lucha de los estudiantes (MAS).

En la cabeza de la marcha de PAME estaba una delegación del CC del KKE, encabezada por la SG del CC del KKE, Aleka Papariga.

Los manifestantes de PAME se dirigieron a través de calles centrales de Atenas fuera del parlamento donde el gobierno socialdemócrata había promovido con un plan de medidas anti-laborales. Intenta que se vote con el procedimiento de urgencia. Hay que señalar que el grupo parlamentario del KKE utilizó el reglamento del parlamento, pidiendo que se mantenga el artículo que prevé una mayoría aumentada (180 diputados de los 300), y no simple mayoría, para la aprobación de la ley antipopular.

La multidinaria y protegida concentración y manifestación del PAME dio una respuesta fuerte contra la provocación organizada por grupos y mecanismos provocadores con el fin de centrar la atención en otro lugar, de reducir la importancia de la huelga y de la manifestación masiva, de desacreditar el KKE, de detener la dinámica de las luchas e intimidar a los trabajadores.

Aleka Papariga, en su discurso en el parlamento justo después de la noticia de la muerte de las 3 personas, hizo la siguiente declaración: “Los trabajadores que están enfrentando un ataque sin precedentes, el peor que ha sucedido desde 1974, son capaces de distinguir la lucha política sistemática para la defensa de sus derechos, para expresar su protesta, y realizar una lucha que puede tomar varias formas dependiendo de las condiciones.

Pueden entender claramente la diferencia entre esta lucha y los planes que intentan socavar estas luchas, las provocaciones que causan víctimas inocentes y crean un escenario para los que quieren calumniar las luchas.

El pueblo debe desafiar las provocaciones y tomar medidas para proteger sus luchas, luchas que deben tener como punto de partida los centros de trabajo. Porque es allí donde más les “duele”. La lucha debe empezar en el centro de trabajo y volver a ser lucha a nivel nacional.

También quiero decir lo siguiente: ¡Dejen de echar la culpa al pueblo! Le echan la culpa de la crisis, le implican en todo. No pueden criminalizar el movimiento popular organizado y responsable, no lo pueden implicar en cualquier tipo de acciones. La provocación no pasará. Nosotros continuaremos nuestra lucha.”

La Secretaria General del CC del KKE dio una respuesta decisiva al presidente del partido nacionalista de LAOS, que desató un anticomunismo fuerte y un ataque de provocación contra el KKE.

Yo propongo que todos los reporteros y los canales que estaban fuera del Parlamento cuando llegó la demonstración del PAME que vengan como testigos. Allí había miembros de “Jrisí Avgí” (grupo nacionalista), conocidos-desconocidos (encapuchados) que en 1994 quemaron el edificio de la Universidad Politécnica, así como un grupo de personas que decía “¡a quemarlo, a quemar el parlamento!” y fuimos, les desarmamos, y les quitamos las varillas con las banderas del PAME. Les denunciamos, marchamos cogidos de los brazos y cuando estabamos en la plaza Sintagma no ocurrió ningún incidente. Tal vez los que estaban fuera del Parlamento tengan lazos de sangre permanentes o temporales con señor Karatzaferis, no sé, pero la verdad es que señor Karatzaferis desempeña el papel de provocador al servicio dictado para realizar su tarea.

El pueblo tiene derecho de crear las precondiciones desde cambiar algo o hasta que cambie radicalmente la Constitución.

No habíamos comprendido tantos años que la Constitución no cambia. Rechazabamos a la gente que es una mala Constitución y que debe luchar para cambiarla. Sin embargo, es otra cosa decir abiertamente que esta Constitución es anti-obrera y anti-popular, y otra cosa ser un provocador no emocional sino profesional.”

Fuente: KKE / PCPE / RedGlobe/PrensaPopularSolidasria http://prensapopular-comunistasmiranda.blogspot.com
Correo: pcvmirandasrp@gmail.com

AUMENTA LA RESISTENCIA GRIEGA

Marea humana en las calles de la capital y de las grandes ciudades del país: la población logra una gran demostración de fuerza a pesar de los incidentes trágicos provocados por elementos « incontrolados » en Atenas.

Atenas, enviado especial. Las manifestaciones se daban cita a las 11 horas en la capital. Mucho antes las calles estaban a rebosar. El cortejo del PAME (frente sindical vinculado al KKE, el Partido Comunista Griego) agrupaba, él sólo, no menos de 35.000 personas.

A lo largo de la Avenida Patission, miles de ciudadanos desfilaban detrás de diferentes banderas, de Syriza (coalición de izquierda radical), de los sindicatos Adedy (sector público) y de la GSEE (sector privado), los sin-papeles y los trabajadores inmigrantes, también los anarquistas.

Se veían cabezas conocidas: el resistente Manolis Glezos, la cantante Haris Alexiou, periodistas… Toda la sociedad griega quería mostrar su determinación contra las medidas de austeridad. A nivel europeo, numerosas delegaciones venidas a dar su apoyo se expresaron en la tribuna, antes de los cortejos se pusiesen en marcha.

“El FMI y la UE os piden pagar una crisis que no habéis provocado”, así gritaba Claud Matecki, responsable de poderoso sindicato alemán DGB. Sabedor de que los griegos viven muy mal la posición del gobierno alemán a este respecto, los aplausos fueron por ello más entusiastas.

Entusiastas también cuando Paul Fourier, de la CGT, concluyó con: “¡Hoy, somos todos griegos! Gracias y ánimo.” El discurso de Yannis Panagopoulos, presidente de la GSEE, fue el peor recibido… los silbidos y las pullas tapaban su voz regularmente.

Y conservando el anonimato, cuadros de este gran sindicato de 2 millones de afiliados admitían que vive una crisis. Al haber las acciones comunes con Adedy, la dirección está desbordada por la base, y en parte desacreditada.

“Yo he venido porque quiero estar en el movimiento. Tienen que devolver el dinero que se robó, crear empleos, recuperar los salarios. ¡Y que el sindicato me defienda realmente! Explicaba Tonia, veintiséis años. Secretaria de la Federación de Eléctricos de Grecia, ella gana 480 euros por un contrato incentivado, a tiempo parcial, gravado. Para ella, “los griegos no pueden crear una familia. En cuando a las diversiones, no hablemos de ello. Sólo sobrevivimos”.

Sobrevivir, sí, e intentar recuperar su dignidad de asalariados, de trabajadores. “La situación va a empeorar: bajan nuestros salarios, suprimen los empleos de las vacantes, reducen las pensiones. ¿Quién aceptaría semejante trato?” pregunta Johanna, treinta años, sin hijos. “¿Para qué tener? ¿Cómo podría criarlos?” plantea. Entonces, ella se manifiesta para “decir no al FMI. Ellos quieren hacernos creer que es necesario que desembarque aquí, pero no lo creo necesario ni por un momento”.

Sin duda, además de las medidas antisociales, la llegada del FMI ha contribuido a la movilización en un país donde, por razones históricas, el sentimiento anti-norteamericano está extendido. Lo que no impide que los griegos comprendan bien que ellos no son los primeros en sufrir esta política.

“En realidad, estamos a punto de perder el 50% de nuestro poder adquisitivo”, se rebela Kaliopi, treinta y ocho años, que ve la manifestación degenerar y los gases lacrimógenos inundar la plaza Syndagma, delante del Parlamento. “Nosotros no somos vagos: trabajamos duramente y estamos entre los peor pagados de Europa. Mañana toda Europa vivirá la misma situación.”

En el final del cortejo que parte dos horas después de la cabecera los gases lacrimógenos también intentan dispersar a los manifestantes. Pero permanecen agrupados. “Antes yo ganaba 1.250 euros al mes, ahora, 1.150, mi prima ha disminuido. Y yo sé que mis ingresos van a bajar más todavía”, testimonia Yannis, treinta años, profesor en una Centro de Educación Superior.

“Todo el mundo siente que no hay justicia. Hay dinero, pero no se quiere ir a buscarlo donde está…” Los policías están al acecho, el dedo sobre el gatillo de los lanza gases lacrimógenos, porras en la mano. “No veo que se puede hacer: ellos sólo no proponen una opción”, termina Yannis.

Los sindicatos, que habían llamado a la huelga general, han estado divididos mucho tiempo. El Pasok (socialdemócrata) en el poder se rompe. La izquierda radical, entre el KKE y la coalición Syriza (cuyo principal partido el Synapismos) tiene disensiones internas. Los manifestantes, necesitan intermediarios políticos. A las 16 horas, gritos de protesta surgen todavía en la capital. Como los ruidos de sirena.

Traducción de J.A.

Fuente:L´Humanité en Español/PrensaPopularSolidaria http://prensapopular-comunistasmiranda.blogspot.com Correo: pcvmirandasrp@gmail.com

LA GRECIA CHIAMA

La Grecia chiama..
di Francesco Maringiò
su L'ERNESTO del 06/05/2010


LE SCIOPERO DO 5 MAGGIO HA LETERALMENTE BLOCCATO IL PAESE

Centinaia di migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione organizzata dal Pame (il grande sindacato greco egemonizzato dai comunisti) in 68 città in tutta la Grecia.

Spunti e riflessioni sulla lotta del popolo greco e sul ruolo centrale dei comunisti

Sulla prima pagina dei principali quotidiani italiani del 5 maggio campeggiava in evidenza la foto dello striscione posto dal KKE all’Acropoli di Atene. Persino il prestigioso quotidiano di via Solferino ha dato la notizia in prima pagina e, assieme ad esso, anche altre testate nazionali come La Stampa, Liberazione, il manifesto. Non Repubblica, il cui anticomunismo “gentile” continua anche dopo la fine del PCI (a cui ha culturalmente contribuito). Il 6 maggio invece, le prime pagine sono tutte per gli scontri, i tafferugli, la guerriglia urbana ad Atene in cui hanno perso la vita tre persone.

Non deve stupire allora se il KKE, il Partito Comunista Greco, non ha usato giri di parole per condannare e prendere le distanze da certe azioni, volte ad indebolire il movimento di lotta. Come già accaduto un anno fa, quando il KKE denunciò la presenza di infiltrati e provocatori nei cortei, ricevendo le critiche (e lo sberleffo) di tanti gruppi italiani (simpatizzanti chi per il Koe, chi per il Synaspismos che invece quegli scontri appoggiavano) ed addirittura dalle colonne di Liberazione e del Manifesto.

A distanza di tempo, le ragioni di chi condannava la violenze e le provocazioni sono evidenti ai più. Come si legge nel documento diffuso dal KKE: “La manifestazione organizzata dal Pame, che è stata di massa e protetta dal servizio d’ordine, ha dato una risposta vibrante all’azione provocatoria organizzata da alcuni gruppi ed alcune dinamiche che hanno il solo fine di disorientare la gente per far perdere consenso alla mobilitazione di massa, calunniare il KKE, ridimensionare il ciclo di lotte ed intimidire i lavoratori.

Nel suo discorso al parlamento, subito dopo l'annuncio della morte di tre persone, Aleka Papariga, segretaria nazionale del KKE, ha fatto la seguente dichiarazione:

«Le persone che lavorano , che vivono oggi un attacco senza precedenti, il peggiore dal 1974, sono in grado di distinguere quella che è una sistematica lotta politica in difesa dei loro diritti e delle loro rivendicazioni, una lotta che può assumere molte forme a seconda delle condizioni in ogni momento. I lavoratori distinguono con chiarezza tutto questo da ogni piano volto a mettere in affanno le loro lotte, da ogni azione provocatoria che causa vittime innocenti ed aiuta tutti coloro che vogliono creare una situazione tale per cui tutte le lotte vangano screditate».

Ed inoltre Aleka Papariga ha puntato l’indice contro il Laos (partito nazionalista di estrema destra) e le formazioni di estrema destra infiltrate nelle manifestazioni per creare disordini e scontri. «Non so se questo gruppo extraparlamentare – ha detto ancora la Papariga - ha legami di sangue, permanenti o occasionali con il signor Karatzaferis (il leader del LAOS –ndt-) ma è del tutto evidente che il signor Karatzaferis sta svolgendo un ruolo di attivo provocatore con l’obiettivo di scatenare una repressione nei confronti del popolo».

Colpisce quindi il fatto che una parte della sinistra italiana (che magari propugna la non-violenza a popoli che vivono sotto occupazione militare straniera) giustifichi atti di guerriglia urbana e disordini, questa è almeno la sensazione che registriamo.

Lo sciopero del 5 maggio ha letteralmente bloccato il paese. “Fabbriche, cantieri e magazzini, porti ed aeroporti, università e scuole sono state paralizzate. Già dalle prime ore del mattino migliaia di lavoratori e di giovani hanno piantonato l’ingresso del proprio posto di lavoro per difendere il diritto allo sciopero, contro le intimidazioni dei datori di lavoro.

Centinaia di migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione organizzata dal Pame (il grande sindacato greco egemonizzato dai comunisti) in 68 città in tutta la Grecia. (…) Ad Atene, la manifestazione organizzata dal Pame si è conclusa in piazza Omonia, nel centro; lì Giorgos Perros, membro del segretariato esecutivo del Pame, ha tenuto il comizio finale.

«Anche se dovessero passare queste misure – ha dichiarato Perros - noi non le legittimeremo mai, non potremmo mai obbedire a queste restrizioni. Giorno dopo giorno, mese dopo mese raccoglieremo tutte le nostre forze per bloccare l’attuazione di queste misure ed andremo avanti fino al loro totale rovesciamento».

Il rappresentante del Pame ha concluso il suo intervento sottolineando: «Noi, gli operai, i lavoratori autonomi, gli artigiani, i piccoli commercianti, gli agricoltori di piccole e medie imprese, i giovani, noi siamo la maggioranza del paese. Dobbiamo diventare più forti (…) e una volta che avremo costruito un fronte con tutta la nostra gente non saremo più soltanto forti, ma saremo invincibili, perché avremo dato corpo al nostro potere di stato; avremo creato lo strumento per progettare e produrre secondo le nostre esigenze, avremo creato il meccanismo per bloccare la minoranza di parassiti che saccheggiano le nostre ricchezze, e vivere così del nostro lavoro che ci basta per costruire la nostra vita, la vita dei nostri figli e quella delle future generazioni».

Questa frase del sindacalista greco è molto importante perché, seppur molto diversa dal linguaggio politico e sindacale italiano, mette però in evidenza l’approccio rivoluzionario del Pame lì dove insiste nel lavoro di accumulazione di forze per un cambiamento della società e dei rapporti di produzione e di proprietà.

Un esempio questo di come il KKE in questi anni abbia lavorato nella società, al fianco del popolo greco, con l’obiettivo della costruzione di un sindacato di classe, che non solo si oppone alla politica di rigore voluta dal governo o dall’Ue, ma che organizza migliaia di lavoratori dentro una prospettiva rivoluzionaria, di accumulazione di forze e di costruzione di una coscienza combattiva che lavora per cambiare i rapporti di forza del paese.

Un sindacato quindi che al lavoro rivendicativo e di difesa degli interessi della classe operaia, coniuga la costruzione di una coscienza “altra”, che lavora –direbbe Gramsci - per la costruzione di un blocco storico.Ma lo striscione dell’Acropoli parla a noi.

I comunisti del KKE lanciano un messaggio all’esterno della loro nazione, fanno appello a tutti i popoli europei a sollevarsi in piedi e ribellarsi. Questo è lo spirito del loro ultimo congresso che, celebrato un anno fa, si è svolto all’insegna dello slogan del “contrattacco”: di fronte alle ingiustizie del capitalismo, dicono, è arrivato il momento di reagire.

Non possiamo rimanere silenti. La crisi greca è l’epifenomeno della crisi più profonda di questo sistema, che si adopera per far pagar il prezzo al mondo del lavoro e tutelare il capitale. O la risposta e la lotta è complessiva, o la crisi travolgerà tutti.

Per queste ragioni la redazione de l’Ernesto on-line ha deciso di preparare il video in omaggio al popolo greco ed alla lotta del KKE, che trovate in home page. Perché quello striscione all’Acropoli scuote le coscienze di quanti non si arrendono e ci invita a sollevarci e lottare. Un suggerimento quanto mai opportuno per quanti, come i comunisti e la sinistra in Italia, vivono invece una fase di difficoltà, arretramento, sconfitta.

Ma quello striscione sulla cima dell’Acropoli permette anche di mantenere alta la battaglia per la difesa dell’esistenza di un partito comunista e rivoluzionario in questa parte del mondo ed in questa fase storica. Un partito che non sia solo l’erede di un grande partito operaio del passato, di cui ne conserva il nome ed il simbolo, ma che nella nuova fase storica (così difficile per le forze rivoluzionarie ed antisistemiche in questa parte del mondo) continui ad accumulare forze e a lottare per il cambiamento dei rapporti di forza nella società.

Ecco perché riteniamo che la questione comunista, in Italia, non sia chiusa, che le sconfitte elettorali non significhino la fine di tutto e che non ci sia una inevitabilità nell’esaurimento di una forza comunista nel nostro paese. L’esempio dei compagni greci ci parla anche di questo e ci dice di come il tema del socialismo e della lotta per il cambiamento sia più che mai attuale e necessaria l’organizzazione della classe operaia.

Sta ora a noi lavorare conseguentemente ed accumulare forze, energie e capacità. Con la consapevolezza che non sarà semplice e che la strada è tutta in salita, ma anche con l’ambizione di uscire dal pantano nel quale ci troviamo e prendere in mano le redini del nostro destino. L’esempio greco, in questo, ci dice che non è tutto finito e che si può ripartire e tornare a vincere.

Fuente: L*Ernesto/PrensaPopularSolidaria http://prensapopular-comuniustasmiranda.blogspot.com/ Correo: pcvmirandasrp@gmail.com

HUELGA GENERAL EN GRECIA

HUELGA GENERAL EN GRECIA.
6 Mayo 2010 por pcasevilla

Los sindicatos griegos iniciaron este Martes su pugna contra las medidas de austeridad impuestas por el Gobierno con paros y manifestaciones de funcionarios públicos, en vísperas de una huelga general que el Miércoles debería paralizar el país.

Miles de personas se manifestaron el mediodía de este Martes en el centro de Atenas, convocadas por varios sindicatos en contra del plan de austeridad anunciado por el Gobierno a cambio de una ayuda de 110.000 millones de euros de la UE y el FMI.

Miles de manifestantes del PAME, el frente sindical del Partido Comunista, se trasladaron al Parlamento, detrás de una gran banderola: “No daremos un céntimo para la crisis”.

Por la mañana, unos 500 militantes comunistas ocuparon la Acrópolis de Atenas y desplegaron una banderola llamando a la movilización. “Pueblos de Europa, alzaos”, decía en griego y en inglés la banderola colgada en el flanco frente a la entrada principal del monumento.

“Queremos enviar un mensaje a toda Grecia y a toda Europa”, precisó un miembro del grupo, el diputado comunista Nikos Papakonstantinou, en declaraciones a la radio Flash. “Medidas que eliminan los logros sociales son adoptadas en toda Europa, pero la cólera popular terminará con las organizaciones imperialistas”.

Las medidas, de un rigor inédito, prevén en particular la supresión de las pagas de los funcionarios públicos y de todos los jubilados, compensada con primas para los ingresos más bajos. La huelga de los funcionarios perturbó la actividad en los Ministerios y las municipalidades, mientras que los hospitales funcionaban con personal de emergencia.

La huelga general de Grecia se saldó con la muerte de tres vidas que son cuatro con la de Alexis. Un hombre y dos mujeres -una de ellas, embarazada- fallecieron en el interior del edificio de la filial bancaria Marfin Eganatia Bank, que fue atacado con cócteles molotov por un grupo de jóvenes ajenos totalmente a la organización del KKE y que protestaban contra el Gobierno.

El rechazo a estas medidas, tachadas de «muy severas e injustas socialmente» por los sindicatos, no para de crecer y de hacerse más violento. Según sus cálculos, el 80% de los trabajadores secundaron ayer la huelga, al sumarse los del sector privado a los funcionarios, que iniciaron la protesta el Martes.

No obstante, las medidas económicas de austeridad pareceren representar ante los trabajores y las trajadoras griegos/ as un panorama similar al adoptado por el gobierno anterior de la derecha (Nea Democratía) gran responsable de implantar una política ultraconservadora máximizando al sector privado, las especulaciones inmoviliarias que han provocado salvajes destrozos ecológicos, así como engañar a los/ las ciudadanos/ as helenos/ as cuyo resultados se están reproduciendo desde el 2007. Lo peor de todo es que la CEE siempre ha sido consciente de todo ello.

Fuente: pcasevilla/PrensaPopularSolidaria http://prensapopular-comunistasmiranda.blogspot.com Correo: pcvmirandasrp@gmail.com

MANIOBRAS FRAUDULENTAS CONTRA ANTANAS MOCKUS SE DENUNCIAN EN COLOMBIA

la primera vuelta gana MOCKUS y en la segunda la Registraudurîa?
por Luis Manuel CARRERO GOMEZ Sunday, May. 2010

Nota de la Redacción de PrensaPopularSolidaria: Debido a la importancia de los Planteamientos del Artículo publicado recientemente en este mismo mes de Mayo,en la Página de la Organización Mundial de Comunicación Alternativa y Revolucionaria Indymedia, en la Página correspondiente a Colombia, y firmada por el columnista Manuel CARRERO GÓMEZ, en PrensaPopularSolidaria consideramos importante publicarla para el conocimiento de nuestros lectores, con el debido crédito a Indymedia Colombia.


Primero socializan las elecciones, después escrutan y eligen, para terminar privatizando el poder.

En la primera vuelta gana MOCKUS y en la segunda la Registraduría ?

Proponen como salida la creación de un FRENTE POPULAR POR LA RESTAURACIÓN MORAL DE LA REPÚBLICA Y LA DEMOCRACIA

Sin desconocer las consecuencias negativas de la combinación de todas las formas de « lucha » sucias en materia política, para impedir que el PDA a través de PETRO URREGO (además de sus errores en materia de táctica política electoral)sea una real opción de poder y de gobierno, el maestro MOCKUS SIVICKAS a hecho lo que no ha podido hacer la izquierda democrática y civilista, ganarse la conciencia política ciudadana. PETRO URREGO era el momento talvez de la academia y no de la política.

La hegemonía del establecimiento de arriba hacia abajo, en têrminos de Antonio GRAMSCI, puede ser barrida por ese naciente y en ascenso proceso de hegemonía cultural-político ; y construir unas nuevas costumbres políticas, ojalá de abajo hacia arriba. Una nueva cultura política para una nueva patria y matria colombiana.

Actualmente se empieza a cocinar un GRAN FRAUDE ELECTORAL. Fraude este que los actuales candidatos presidenciales, que están en contra del continuísmo y por estar centrados en sus actuales campañas, no se han percatado. Los mismos servidores públicos proclives al establecimiento y como cosa rara, ya lo vienen anunciando. Entre ellos el actual procurador y el actual presidente del Consejo Nacional Electoral.

Nos imaginamos que ya se sumarán otros en los mismos términos, para que todos esten advertidos de que se avecina UNA HECATOMBE DE ESPIACION ELECTORAL. Primero socializan las elecciones, después escrutan y eligen, para terminar privatizando el poder.

No existen condiciones, argumentan ellos, (por las artimanas de ayer y de hoy) de la transparencia electoral requerida para garantizar la pureza del sufragio por parte de la Registraduría Nacional del Estado Civil. De esa manera empiezan a salvar responsabilidades. Ellos SI QUE SABEN LO QUE SE VIENE. El espectro de la YIDICRACIA puede continuar…

Frente a eso manifiestan antecedentes mediatos de las pasadas elecciones hacia el congreso de la república, olvidando claro está el mayor ROBO ELECTORAL que se diera en 1970, en contra de la ANAPO. Lo que se viene será de magnitudes enormes como quiera que un gran sector de los abstencionistas harán parte de este proceso electoral. Actuar a priori es la jugada maestra.

Es importante recordar que el 19 de abril de 1970 la ANAPO a través del general ROJAS PINILLA, intentó abrirle una fisura en ese entonces al bipartidismo-unipartidista, pero fue vencido. En ese entonces como ahora, el presidente LLERAS RESTREPO intervenía a favor del candidato de ellos, como lo era PASTRANA BORRERO, llamando a derrotar a la ROJAS y a la ANAPO.

En esa época como ahora, la plutocracia criolla a pesar de no tener las mayorías, « ganaron las elecciones » de la mano de la REGISTRADURIA NACIONAL de esa época.

PASTRANA BORRERO se alzó con las elecciones con una diferencia de 6O MIL VOTOS, luego de dos meses de escrutinio. La Corte electoral de entonces, hoy Consejo Nacional Electoral, lo ungió como ganador.

Se acuerdan ustedes de las ventajas comparativas que anunciaban las emisoras de esa época ? Se acuerdan ustedes de esa política siniestra del MinGobierno de entonces Carlos Arturo NORIEGA, de impedir que las emisoras divulgaran parcialmente los resultados de las elecciones y en donde el general ROJAS PINILLA iba ganando ?Se acuerdan ustedes de que a pesar de que la tendencia de sufragios iba favoreciendo al general, de la noche a la maña, porque así fue, resultó ir ganando PASTRANA BORRERO ?Se acuerdan ustedes de esa medida, también siniestra, de LLERAS RESTREPO ante el fraude y para evitar el reclamo y la rabia popular, decretara el estado de sitio con toque de queda incluído ? Se acuerdan ustedes de que el general ROJAS PINILLA fue conminado bajo arresto domiciliario para evitar de que siguiera jodiendo con el cuento de que le habían robado las elecciones ? Se acuerdan ustedes de otras cosas ? En fin la plutocracia nunca pierde…eh avemaría.

Será que este 30 de abril de 2010 se repetirá la historia de siempre ? Será que no obstante y de ser ciertas las predicciones electorales en donde ya dan por ganador a MOCKUS SIVICKAS, se atreverán a robar una vez más las elecciones ? Pasarán meses sin saber quién será el ganador ?, Será que decretarán el estado de conmoción interior, con un toquecito de queda incluído ?

Mientrastanto el maestro MOCKUS SIVICKAS , sigue creciendo y seguirá creciendo, de otro lado, si se descuida seguirá decreciendo, decreciendo, en la REGISTRADURIA NACIONAL DEL ESTADO CIVIL.
Para que les quede difícil ese fraude electoral cantado desde ya, el maestro MOCKUS SIVICKAS teniendo en cuenta de que la correlación de fuerzas le son favorables en primera vuelta, debería llevar a cabo un llamamiento a los sectores proclives al cambio transicional como el PDA, el PL y otros, a hacer realidad la UNION HACE LA FUERZA…porque el contradictor polîtico NO ES UN TIGRE DE PAPEL.

De la misma manera la dirección del PDA y sobre todo sus bases…EL PUEBLO ES SUPERIOR A SUS DIRIGENTES, debería estar pensando desde ya y en sentido pragmático, de la necesidad de ese cambio de cultura política y contribuir a partir de ahí, en primera vuelta con los verdes y sin desaparecer como patrimonio político, a parir una nueva realidad nacional. Conciliación y lucha democrática de clases sociales.

Llegó el momento de la audacia . Lo demás es seguir postergando la tarea del cambio y de la toma de una nueva conciencia política.

La propuesta del PDA podrîa ser la creaciôn de un FRENTE POPULAR POR LA RESTAURACION MORAL DE LA REPUBLICA Y LA DEMOCRACIA.

Luis Manuel CARRERO GOMEZ
Militante del PDA
Militante del PARTIDO SOCIALISTA FRANCES

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ORGANIZACIÓN COMUNISTAS MIRANDA CENTRO INVITA A MILITANCIA Y AMIGOS A LOS ACTOS DEL 80 ANIVERSARIO

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La Organización Intermunicipal Miranda Centro del Partido Comunista de Venezuela invita a nuestra militancia, afiliados, amigos y simpatizantes a los Actos de Celebración del 80 Aniversario de nuestro Glorioso Partido Comunista de Venezuela, a realizarse según datos ubicados en la Gráfica. Los esperamos para nuestra celebración, con espíritu y combatividad comunista, revolucionario y patriótico!!! Asiste!!

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